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il tempo lusso dimenticato

Il tempo un lusso dimenticato

Il valore dell'attesa: una ricchezza perduta

Viviamo in un'epoca contraddistinta dalla velocità. Smartphone alla mano, siamo connessi 24 ore su 24, abituati a ricevere risposte immediate, a consumare contenuti istantaneamente e a soddisfare i nostri desideri con un semplice click. Questa frenesia ha permeato ogni aspetto della nostra vita, compresa la sfera dei rapporti interpersonali e professionali.
Dai sistemi di e-commerce con spedizioni lampo, alle piattaforme di messaggistica che ci consentono di essere costantemente collegati, la nostra pazienza è stata progressivamente erosa. L'attesa, un tempo parte del processo di realizzazione e appagamento, sembra aver perso il suo valore.
La rapidità è diventata un imperativo. Una volta ordinato qualcosa online, ci aspettiamo di riceverlo nel giro di poche ore.
Sia nella sfera privata che lavorativa, messaggi e risposte devono arrivare immediatamente, pena la percezione di negligenza o disinteresse.
Il concetto stesso di “attesa” è stato ridotto ai minimi termini, portando a un ciclo di gratificazione immediata che sta diventando sempre più breve e il tempo è diventato un lusso dimenticato.

Pochi decenni fa, l'attesa era parte integrante del vivere quotidiano anche sul posto di lavoro. I momenti di pausa nei quali si attendevano risposte o che flussi di attività terminassero il processo di lavorazione fisiologico, erano occasioni per riflettere, per coltivare la pazienza e l'attesa e spesso per trovare soluzioni geniali grazie a sessioni di brainstorming davanti ad una tazza di caffè ad ore impensabili.
Aspettare non solo creava suspense, ma faceva sì che l’attesa avesse un significato più profondo per tutti, una sorta di viaggio emotivo che arricchiva l'esperienza stessa.
Oggi, l'impazienza sembra essere diventata un vero e proprio tic. I clienti, sempre più esigenti, pretendono risposte immediate, consegne rapidissime e soluzioni personalizzate in tempi record. La comunicazione ha perso la sua anima.
Negli scambi con clienti e fornitori, la ricerca ossessiva del risultato ha offuscato il valore del dialogo e dell'ascolto, trasformando le relazioni in semplici transazioni. Abbiamo dimenticato che il lavoro non è solo un mezzo per un fine, ma anche un'opportunità per crescere e connetterci con gli altri.

Ma quali sono le cause di questa fretta patologica che ci ha fatto perdere di vista come il tempo sia un lusso spesso dimenticato?

Penso che quelle principali possano essere tre:
• Tecnologia: Internet e i dispositivi mobili ci hanno abituati a un'immediata gratificazione. Possiamo acquistare un prodotto online e riceverlo a casa in poche ore, comunicare con persone dall'altra parte del mondo in tempo reale e accedere a un'infinità di informazioni con un semplice tocco, sempre, ad ogni ora ed ovunque.
• Cultura dell'effimero: la società contemporanea, basata sul consumismo e sull'appagamento dei desideri immediati, ha contribuito a diffondere una cultura dell'effimero, in cui tutto è velocemente sostituibile dagli abiti alle relazioni umane.
• Competitività: la competitività crescente in tutti i settori spinge le aziende a offrire servizi sempre più rapidi ed efficienti, alimentando ulteriormente l'esigenza di immediatezza e creando un loop infernale. Questo trend, se non invertito, potrebbe portare a una società alienata, dove l'immediato prevale sulla qualità e il benessere.
Purtroppo però sottostimiamo le ripercussioni che questo modello ha sulla vita di ciascuno di noi e sulla società stessa, salvo pensarci quando qualche notizia di cronaca ci porta alla ribalta alcune storture inconfutabili.

Le conseguenze di questa fretta ha conseguenze negative sia a livello individuale che sociale:

• Stress e ansia: La continua ricerca dell'immediatezza genera stress e ansia, poiché ci spinge a voler fare sempre di più e sempre più in fretta, compromettendo spesso il nostro stato di salute e benessere.
• Relazioni superficiali: La fretta compromette la qualità delle relazioni interpersonali, rendendole più superficiali. I rapporti, sia personali che professionali, si consumano spesso in pochi messaggi, senza la possibilità di un incontro faccia a faccia che ci permetterebbe di entrare in sintonia con chi abbiamo di fronte.
• Perdita di valori: Nell'affannosa corsa verso l'efficienza, abbiamo perso di vista il valore delle piccole cose, della qualità e del piacere di vivere il momento presente. La fretta ci impedisce di assaporare la vita, di creare ricordi autentici e duraturi e soprattutto di coltivare e “tramandare” i pilastri morali ed etici fondamentali per vivere all’interno della società.
• Impatto sull'ambiente: La produzione di massa e la distribuzione rapida dei prodotti hanno un impatto negativo sull'ambiente, aumentando lo spreco e l'inquinamento. Nulla si ripara, per ogni cosa è diventato più conveniente buttare e ricomprare.

Purtroppo il grande rischio è che questa immediata soddisfazione diventi la norma, portando a una società sempre più disconnessa dal lato umano delle interazioni.

Se tutto è rapido, anche le relazioni rischiano di diventare transitorie, senza lo spazio necessario per approfondire e coltivare legami significativi e una comunicazione appagante.
Ma possiamo ancora scegliere di rallentare. Possiamo riappropriarci del tempo, imparando a valorizzare nuovamente l'attesa e coltivare l’empatia. Facciamo si, che il tempo non sia più un lusso dimenticato.

Trovare un punto di equilibrio diventa quindi fondamentale e questo vale sia per il mondo del lavoro che per quello delle relazioni personali.

Rallentare significa tornare a dare importanza al valore di un'esperienza che non deve risiedere in un risultato, ma anche nel percorso fatto per arrivare a quel risultato. Ridare valore al tempo affinchè non sia più un lusso dimenticato. Ed allora ecco, una nuova opportunità di fare innovazione, invertire la tendenza, riportare l'attenzione su valori come la qualità del tempo, il benessere e le relazioni umane, spesso sacrificati in nome della velocità e della produttività a tutti i costi. Introdurre un cambio di paradigma, un modo completamente nuovo di concepire il lavoro, la vita e il progresso.


Il Bialbero di Casorzo: una meraviglia botanica vicino a Camagna Monferrato

Bialbero di Casorzo: una meraviglia naturale da scoprire nel cuore del Monferrato

Il Monferrato, terra di vini pregiati, dolci colline e borghi storici, custodisce un tesoro botanico: il Bialbero di Casorzo. Questa incredibile “anomalia” della natura, situata a breve distanza da Camagna Monferrato, rappresenta una tappa imperdibile per chiunque visiti questa zona del Piemonte, offrendo uno spettacolo che affascina e sorprende.

Cos'è il Bialbero di Casorzo? La storia di un abbraccio vegetale

Immaginate un robusto albero di gelso e, dalla sua sommità, immaginate spuntare un rigoglioso albero di ciliegio. Non è una favola, ma la realtà del Bialbero di Casorzo. Si tratta di un raro caso di epifitismo, in cui un ciliegio è cresciuto sopra un gelso, affondando le sue radici all'interno del tronco cavo dell'ospite fino a raggiungere il terreno, permettendo così ad entrambi di sopravvivere e prosperare in un abbraccio lungo decenni.

Questo straordinario "doppio albero" è un esempio perfetto della forza e dell'adattabilità della natura. Il gelso, con la sua chioma ampia, e il ciliegio, che si innalza per oltre cinque metri sopra di esso, creano una visione surreale e di grande impatto, specialmente durante la primavera quando entrambi fioriscono in un tripudio di colori.

Perché visitare il Bialbero: un'esperienza unica nel Monferrato

Visitare il Bialbero di Casorzo non è solo una curiosità botanica, ma un'occasione per immergersi nella tranquillità delle colline del Monferrato, patrimonio UNESCO. È la meta perfetta per:

  • Appassionati di natura e fotografia: La singolarità del bialbero offre spunti fotografici unici in ogni stagione.
  • Famiglie e curiosi: I bambini rimarranno affascinati e sarà un’ottima occasione per spiegare loro le meraviglie della natura.
  • Chi cerca un itinerario diverso: lontano dalle rotte più battute, permette di scoprire un angolo autentico del Piemonte.

La strada che conduce al Bialbero, vi permette anche di godere di panorami mozzafiato sui vigneti circostanti e, a poca distanza, raggiungere altre attrazioni come le "Big Bench" (panchine giganti) per un punto di vista privilegiato sul paesaggio.

Il Bialbero e la vicinanza con Camagna Monferrato

Per chi soggiorna o visita il suggestivo borgo di Camagna Monferrato, celebre per i suoi "infernot" (antiche cantine sotterranee scavate nella pietra), raggiungere il Bialbero di Casorzo è estremamente semplice e veloce.
La distanza è di soli circa 7-8 chilometri, un tragitto in auto che richiede appena 10-15 minuti attraverso le panoramiche strade collinari.
Questa vicinanza rende la visita al Bialbero una perfetta gita di mezza giornata da abbinare alla scoperta di Camagna Monferrato e dei dintorni, creando un itinerario che unisce natura, storia ed enogastronomia.
Come arrivare: Il Bialbero si trova in Località Grana, nel comune di Casorzo (AT). È facilmente raggiungibile seguendo le indicazioni stradali fornite dalle mappe digitali. Un breve sentiero a piedi conduce direttamente a questa meraviglia naturale.

Non perdete l'occasione di ammirare con i vostri occhi il Bialbero di Casorzo: una testimonianza vivente di quanto la natura possa essere sorprendente e un gioiello nascosto che renderà indimenticabile la vostra visita nel Monferrato.


Camminata Magna

La Camminata Magna: un tuffo nel cuore del Monferrato a Camagna

Camminata Magna nel MONFERRATO

Un percorso ad anello, il sentiero 734, che unisce la maestosità architettonica alla quiete della natura, offrendo panorami indimenticabili sulle colline del Monferrato. Ideale per una gita primaverile o autunnale, la "Camminata Magna" è un'esperienza adatta a tutti, un invito a scoprire l'essenza di questa terra patrimonio UNESCO.

Camagna Monferrato, con la sua inconfondibile e monumentale cupola della chiesa di Sant'Eusebio che domina il paesaggio circostante, è il punto di partenza di un suggestivo itinerario escursionistico: la "Camminata Magna". Questo percorso, ufficialmente designato come sentiero CAI 734, si snoda per circa due ore e mezza in un anello che abbraccia il borgo e la rigogliosa Valle Grana.

Adatto anche a famiglie e camminatori meno esperti, il sentiero offre un'immersione totale nella natura e nella storia di questo angolo di Piemonte. Il periodo ideale per intraprendere la passeggiata è la primavera, con le sue fioriture, o l'autunno, quando i vigneti si tingono dei caldi colori del foliage.

Descrizione del percorso

Il punto di ritrovo e partenza è la centrale Piazza Sant'Eusebio, ai piedi dell'imponente chiesa parrocchiale, dove si trova anche un cartello che descrive l’itinerario. Lasciando l'auto in questa piazza, ci si incammina lungo il percorso che, in breve, abbandona l'asfalto per addentrarsi nella campagna monferrina.

Il sentiero scende dolcemente, regalando scorci su un prato a forma di anfiteatro naturale, un tempo utilizzato come pista da sci artigianale dagli abitanti del luogo. Proseguendo, ci si immerge in una stretta e affascinante valletta boscosa, conosciuta come "valle maggiora", per poi sbucare nella più ampia e luminosa Valle Grana.

Camminando in questo tratto pianeggiante, lo sguardo si apre su un panorama che abbraccia i comuni di Conzano, Lu e Cuccaro Monferrato. Lungo il cammino, si giunge in una località dal nome evocativo: "Betlemme". Qui, un tempo, sorgeva una fontana la cui acqua era rinomata in tutta la zona, un vero e proprio "oro blu" per gli abitanti di Camagna e dei paesi vicini.

Lasciandosi alle spalle la Valle Grana, il sentiero inizia a risalire. È in questa fase che la fatica viene ampiamente ripagata dalla bellezza del paesaggio. I primi vigneti fanno la loro comparsa e, quasi all'improvviso, ci si ritrova su un pianoro da cui si gode di una vista spettacolare. L'abitato di Camagna, con la sua maestosa cupola e l'elegante palazzo comunale, sembrano così vicini quasi da poterli toccare.

L'ultimo tratto del percorso si snoda tra le colline, in un continuo saliscendi che riporta dolcemente al centro storico di Camagna, concludendo così l'anello e regalando al camminatore un'ultima, indimenticabile, cartolina del Monferrato.

Camminata Magna: informazioni Utili

  • Segnavia: CAI 734
  • Partenza e Arrivo: Piazza Sant'Eusebio, Camagna Monferrato
  • Durata: 2 ore e 30 minuti circa
  • Difficoltà: T (Turistico)
  • Periodo consigliato: Primavera e autunno
  • Attrezzatura: Scarpe comode con suola in gomma e abbigliamento adeguato alla stagione.

La "Camminata Magna" rappresenta un'ottima occasione per coniugare una sana attività all'aria aperta con la scoperta di un territorio ricco di storia, cultura e paesaggi mozzafiato, un'esperienza che lascia nel cuore il desiderio di tornare a esplorare le dolci colline del Monferrato.